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Un tweet fa primavera?

Daniel Barranger

Daniel Barranger

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Iniziata con rivoluzioni e insurrezioni dal Maghreb allo Yemen, la fine di una delle primavere più movimentate del secolo è stata appena sancita dal solstizio d’estate. E una delle lezioni che ci ha impartito questa calda stagione è che se, il detto popolare insegna, una rondine non fa primavera, un cinguettio digitale sembrerebbe invece di sì.

Scopri quali sono le web app e i software che possono aiutare a comunicare in periodi di crisi.

Che i mezzi di comunicazione giocassero un ruolo fondamentale nel forgiare l’opinione pubblica è un idea di cui si è preso coscienza a pochi anni dalla nascita della stampa. I pamphlet sono stati utilizzati fin dall’inizio in modo sovversivo e per mettere in discussione lo status quo, e rivoluzioni come quella americana o quella francese sono profondamente legate alla circolazione di messaggi impressi su carta. Ma una delle caratteristiche dei mass media è quella di essere sempre stati, se non diretta espressione del potere costituito, quantomeno mainstream.

Possiamo dissentire dall’opinione che ci troviamo nel mezzo di una social media revolution o che nelle rivolta araba sia stata guidata dalle reti sociali, ma è innegabile che nella stagione appena trascorsa, i fatti accaduti dal Maghreb alla penisola araba (senza dimenticare gli indignados spagnoli) ci hanno fornito una testimonianza del potenziale, se non rivoluzionario, quantomeno organizzativo grassroots delle nuove tecnologie, attraverso i social media e la blogsfera.

Comunicazione virale

Blog, YouTube, Facebook e Skype sono stati indubbiamente tutti veicoli di informazione protagonisti. Ma se dovessimo nominare il network più importante in queste rivoluzioni, l’eletto non potrebbe che essere Twitter: la rete sociale in tempo reale che con gli hashtags permette a chiunque di raccogliere informazioni su un particolare tema. Basta digitare #Sidibouzid, #jan25, #feb14, #feb17 o #spanishrevolution per seguire in diretta le rivolte ed essere aggiornati.

In un grafico molto interessante pubblicato sul sito di Al Jazeera possiamo vedere chi, come, quando e cosa si sta twittando nel mondo arabo.

In alto a destra è indicato il numero totale di tweet del giorno in queste quattro nazioni, mentre a fianco questo stesso numero è riportato graficamente. Nella parte in basso a destra sono riportati i principali hashtag per ogni nazione: un click sul nome dello stato lo espande e un click col tasto destro ti riporta sul grafico. L’elenco in basso a sinistra è invece un Tweet stream, ovvero una lista aggiornata in tempo reale dei cinguettii relazionati con le quattro nazioni.

Software per sfondare i blocchi

Che le informazioni circolanti su Internet svolgano un ruolo fondamentale nel processo di formazione dell’opinione pubblica è dimostrato dal fatto che una delle strategie utilizzate da governi dittatoriali (e non) è quella di censurare le notizie su siti e social media, o quella del phishing verso gli account email degli attivisti. È quindi importante in questi casi poter navigare in maniera anonima per non essere rintracciabili né identificabili.

Una soluzione è utilizzare programmi per la navigazione anonima come Tor, che permettono di nascondere il tuo IP attraverso viaggi cifrati tra molteplici nodi. Per aggirare eventuali blocchi ed accedere a contenuti che ti sono altrimenti proibiti puoi usare dei “tunnel” VPN con programmi come HotSpot Shield, che oltre a proteggere i tuoi dati ti permette di accedere a contenuti disponibili solo ad utenti statunitensi.

Per navigare sicuro ancora una volta è il Pinguino a dimostrarsi il sistema più affidabile, la miglior opzione rimane quella di usare un OS Gnu/Linux. Se sul tuo PC usi Windows, assicurati innanzitutto di avere un buon antivirus e Sandboxie, scarica poi una macchina virtuale gratuita come Virtualbox e installa una versione di Linux (la più semplice e diffusa è Ubuntu).

Dati al sicuro

Per proteggere le informazioni che vuoi trasmettere via web o che vuoi semplicemente tenere nascoste da occhi indiscreti è importante che ti affidi a un software di criptaggio dei dati. Androsa FileProtector, AxCrypt, TrueCrypt sono tutte valide applicazioni per la crittografia dei documenti, grazie all’interfaccia user friendly rendono possibile realizzare questa operazione a chiunque lo desideri.

Altra tecnica utilizzabile per proteggere dati è la steganografia, applicabile anche a file già criptati. Questo sistema ha il vantaggio di riuscire a nascondere informazioni all’interno di comuni file come immagini (JPG, BMP, PNG), file musicali (MP3,Wav), video (MPEG, AVI) e altri. Per farlo puoi servirti di P2Stego.

Una copia on the cloud

Camuffate le informazioni e messi al sicuro i dati, adesso è arrivato il momento di sfruttare la nube per creare una cassaforte con copie di backup e per far circolare informazioni. Esistono web app che forniscono servizi di archiviazione di dati online come DropBox, ma anche altre che permettono la condivisione di file direttamente dalla home del portale (WeTransfer) o dall’interfaccia del programma (SendGenie).

La diffusione virale per la rete di formati multimediali si è rivelata spesso uno strumento fondamentale per far conoscere al resto del mondo cosa sta avvenendo in un determinato luogo. Esistono numerosi e famosi servizi per condividere video, audio, immagini o documenti: Youtube, Dailymotion e Megavideo per filmati, SoundCloud per la musica, Flickr e Photobucket per le immagini, SlideShare per le presentazioni e Google Docs e Scribd per i documenti. Ricorda però di cancellare i metadati per non lasciare tracce!

Anche tu pensi che sia stato Twitter a scatenare le rivoluzioni arabe? Che software consiglieresti ai rivoluzionari?

[Via OnSoftware ES]

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