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Perché Facebook spia gli stati che non ho ancora postato?

Perché Facebook spia gli stati che non ho ancora postato?
Samuel Marc

Samuel Marc

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Perché i ricercatori di Facebook analizzano gli stati eliminati dai loro autori ancor prima che siano stati pubblicati sul social network?

Un nuovo studio ha rivelato che Facebook ha analizzato gli stati e i commenti digitati e poi cancellati, senza nemmeno essere stati pubblicati. I dati, raccolti su 5 milioni di utenti inglesi durante l’estate 2012, dovrebbero contribuire a svelare il mistero dell’autocensura, il nome dato dal social network all’eliminazione di una pubblicazione prima ancora di essere stata postata.

Vediamo insieme perché il rimorso e le altre esitazioni sono così interessanti per Facebook e approfittiamone per sciogliere i dubbi che questa rivelazione potrebbe creare.

Facebook salva tutto quello che digito?

facebook posts

I messaggi autocensurati sono delle interazioni come altre…

No, o almeno, non ancora. Innanzitutto, lo studio è stato eseguito solo su un campione di utenti durante un periodo di tempo limitato (5 milioni di utenti inglesi nell’estate del 2012). In secondo luogo, l’analisi è stata eseguita solo sugli stati, sui messaggi della bacheca e sui commenti. I messaggi privati non sono compresi nello studio. Infine, il contenuto delle pubblicazioni non sarebbe stato registrato. Solo le interazioni (l’immissione di testo, l’eliminazione e così via) sono state indicizzate.

Attenzione: i ricercatori di Facebook non escludono, in un futuro, la possibilità di esaminare il contenuto dei messaggi autocensurati.

Facebook ha il diritto di accedere al contenuto che non ho postato?

Sì. Durante l’iscrizione al servizio, accettando la Normativa sull’utilizzo dei dati, hai concesso il diritto di registrare tutte le tue interazioni con il servizio. Agli occhi di Facebook, i messaggi autocensurati non sono altro che normali interazioni, come i post, i mi piace o i commenti. Sono quindi coperti dalla politica aziendale di utilizzo dei dati.

Suggerimento: scrivi una bozza delle tue pubblicazioni su un editor di testo per assicurarti che il contenuto eliminato non possa essere riutilizzato. Non incollare il messaggio nell’interfaccia di Facebook finché non sei sicuro al 100% di volerlo condividere.

Autocensura, il nemico da sconfiggere

400 condivisioni corrispondono a 10$ di guadagno per Facebook

Quando un utente si autocensura, Facebook ci perde: ogni pubblicazione eliminata si traduce in un guadagno mancato per il social network. Con l’analisi delle pubblicazioni interrotte, Facebook vuole semplicemente ottimizzare le prestazioni della sua base di utenti.

Secondo i risultati dello studio, l’incapacità di definire con precisione il target della propria pubblicazione sarebbe una delle principali cause di autocensura. Esitiamo a pubblicare quando il numero dei potenziali recettori è troppo grande o quando gli interessi di questi sono troppo vari.

Quali sono le possibili soluzioni per ridurre le inibizioni degli utenti?

Per Facebook, la sfida sarà quella di trovare il modo per incoraggiare i suoi membri a condividere sempre di più, più spesso e con più persone.

La distensione del sistema di selezione dei destinatari consente di scegliere con maggior precisione chi sono i recettori di ogni pubblicazione. Limitate a pubblica, amici, amici tranne conoscenti e solo io, queste opzioni potrebbero arricchirsi con i centri d’interesse degli utenti per garantire che ogni pubblicazione raggiunga le persone giuste.

In ogni caso, Facebook farebbe bene a imparare da Snapchat, una piattaforma che deve il suo successo alla spontaneità, la musa del suo famoso sistema di autodistruzione dei messaggi.

L’inizio della fine?

Qualche mese fa, abbiamo appreso che Facebook pensava di registrare i movimenti del mouse dei suoi utenti. Se a questo aggiungi lo studio sulle pubblicazioni eliminate, otterrai due strumenti formidabili per trasformare Facebook in una vera macchina da guerra, che si sfrutterà al massimo del tempo che ogni utente passa sul social network, senza lasciare più nulla al caso.

Come si suol dire, se la parola è d’argento, il silenzio è d’oro e Facebook non perderà l’occasione per incassarlo.

Hai paura che Facebook analizzi i messaggi che non hai pubblicato?

[Adattamento di un articolo originale di Samuel Marc su Softonic FR]

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